Indice
Introduzione
La migrazione di una piattaforma legacy al cloud è una delle domande più frequenti che un CEO, un CTO o un investitore si trova a porsi. Non è solo un tema tecnologico: riguarda costi, tempi, rischi e ritorno sull’investimento.
La risposta “dipende” è corretta, ma inutile se non viene scomposta nei suoi elementi.
In questo articolo analizziamo in dettaglio i fattori che determinano i costi di una migrazione al cloud, con esempi pratici e l’esperienza maturata da Next DX nei progetti di modernizzazione.
Perché la domanda è rilevante oggi
Il ciclo di vita delle piattaforme software si è accorciato. Tecnologie nate dieci anni fa oggi non reggono più la pressione di scalabilità, sicurezza e integrazione richiesta dal mercato. Il cloud non è più un’opzione “avanzata”, ma lo standard. Le PMI e le aziende digitali che restano su infrastrutture legacy si trovano a spendere di più in manutenzione senza ottenere vantaggi competitivi. Comprendere i costi reali di una migrazione è quindi una scelta strategica, non solo tecnica.
Le principali voci di costo di una migrazione
1. Analisi e assessment iniziale
Prima di qualsiasi spostamento, occorre un audit dettagliato:
- inventario delle applicazioni e dei database;
- valutazione delle dipendenze tra sistemi;
- identificazione di rischi (es. sicurezza, compatibilità).
Questa fase può variare da 10.000 € a oltre 50.000 € a seconda della complessità. Nella pratica, rappresenta meno del 10% del progetto, ma è decisiva per evitare errori milionari.
2. Re-hosting vs re-platforming vs re-architecting
Il modello scelto influenza direttamente i costi:
- Re-hosting (“lift and shift”): spostare così com’è. Più rapido, meno costoso, ma con benefici limitati.
- Re-platforming: ottimizzare per il cloud (es. database gestiti, container). Costo medio, ROI maggiore.
- Re-architecting: riscrivere parti dell’applicazione in chiave cloud-native. Costi più alti, ma abbatte i limiti strutturali del legacy.
Esempio: una PMI che ha un ERP customizzato può spendere 100.000 € con un re-hosting, ma superare 500.000 € se decide di re-architectare in microservizi.
3. Licenze e infrastruttura cloud
I costi non si fermano al progetto: includono l’uso continuativo delle risorse cloud.
- Compute e storage: macchine virtuali, container, dischi.
- Servizi gestiti: database, AI, API gateway, monitoring.
- Networking: banda, VPN, CDN.
Una PMI tipica può spendere da 2.000 a 20.000 € al mese, a seconda dell’uso. Qui la differenza la fa l’ottimizzazione: spesso vediamo aziende che spendono il doppio del necessario perché non hanno dimensionato correttamente le risorse.
4. Integrazioni e connettori
Una piattaforma non vive isolata. Ogni sistema esterno da collegare (CRM, gestionali, piattaforme di marketing) richiede tempo e budget. Le integrazioni possono costare 5.000–50.000 € ciascuna, soprattutto se si tratta di sistemi legacy con API poco documentate.
5. Sicurezza e compliance
In settori regolamentati (finanza, sanità, pubblica amministrazione) i costi di compliance sono rilevanti: audit, certificazioni, monitoraggi continui. Qui il cloud può ridurre i costi di mantenimento, ma l’investimento iniziale per mettersi in regola non è trascurabile.
6. Change management e formazione
Un progetto di migrazione non riguarda solo server e codice, ma anche persone. Formare i team interni, aggiornare i processi, gestire il cambiamento organizzativo. Molti progetti falliscono non per problemi tecnici, ma perché gli utenti non sono pronti. In media, il 10–15% del budget dovrebbe essere destinato a questo aspetto.
Fattori che fanno variare i costi
- Dimensione della piattaforma: poche applicazioni vs centinaia di sistemi legacy.
- Grado di personalizzazione: software custom è più costoso da migrare rispetto a soluzioni standard.
- Livello di modernizzazione scelto: re-hosting economico ma con benefici limitati; re-architecting costoso ma strategico.
- Vendor e modello cloud: AWS, Azure, Google Cloud, provider locali; differenze di pricing anche del 20–30%.
- Competenze interne: avere un team che supporta il fornitore riduce i costi esterni.
Esempi pratici
- Caso PMI manifatturiera: re-hosting di ERP e CRM su Azure. Budget totale: 120.000 €, con canone mensile di 4.000 €. Risparmio annuo di 35% sui costi hardware e manutenzione.
- Caso SaaS in crescita: re-platforming con container e database gestiti su AWS. Budget: 400.000 €. Riduzione del time-to-market del 40% grazie a scalabilità automatica.
- Caso fintech: re-architecting completo in microservizi, compliance bancaria. Budget oltre 1 milione di €. Risultato: apertura a nuovi mercati europei, scalabilità illimitata.
Come Next DX affronta i progetti di migrazione
L’approccio di Next DX si basa su tre pilastri:
- Sprint Zero: fase iniziale di assessment e roadmap, con simulazioni di costi e scenari.
- Build o Modernize: pacchetti standardizzati per migrazione e modernizzazione, con scope chiaro e prezzi prevedibili.
- Digital Care: servizio continuativo per ottimizzare costi e performance nel tempo.
Questo modello permette alle aziende di pianificare investimenti con chiarezza, senza sorprese e con la garanzia di avere un percorso evolutivo già previsto.
FAQ
1Quanto tempo serve per migrare una piattaforma al cloud?
Da 3 mesi (progetti semplici) a oltre 12 mesi (piattaforme complesse con re-architecting).
Il cloud è sempre più economico rispetto all’on-premise?
Non sempre. Il cloud riduce i costi iniziali e aumenta la flessibilità, ma senza ottimizzazione può risultare più costoso nel lungo termine.
Meglio migrare tutto in una volta o gradualmente?
Dipende dal rischio tollerato e dalla complessità. Molte aziende scelgono migrazioni ibride o progressive.
Quali sono i costi di uscita dal cloud?
Dipendono dal provider. Alcuni costi sono legati alla migrazione dei dati, altri a eventuali licenze o penali contrattuali.
Le PMI hanno accesso a incentivi per migrazioni al cloud?
Sì, in Italia e in Europa esistono bandi e crediti d’imposta legati a digitalizzazione e innovazione.
Conclusione
Il costo di una migrazione al cloud non ha una cifra unica, ma un insieme di variabili che vanno analizzate con metodo. Il punto chiave è trasformare la domanda “quanto costa?” in “quanto rende?”. Una migrazione ben progettata non è una spesa, ma un investimento che riduce rischi, libera risorse e abilita nuove opportunità di business.
